Isola del Garda è un luogo d’incomparabile bellezza, ricchissimo di storia e di scorci paesaggistici resi indimenticabili dalla magia dell’acqua cristallina del lago che la circonda.
Questo lembo di terra nel corso dei secoli ha accolto personaggi come San Francesco d’Assisi, Sant’Antonio da Padova e Dante Alighieri ed è stato teatro di vicende affascinanti come rifugio di pirati, come romitorio di monaci in preghiera e come quartier generale di una guarnigione sabauda agli albori del Regno d’Italia.
Ospita ora un’importante villa in stile neogotico veneziano edificata nel XIX secolo ed è adornata da giardini pensili all’italiana, all’inglese e da un parco secolare che accoglie essenze provenienti dagli angoli più remoti del globo.
L’Isola del Garda mettono a vostra disposizione guide competenti che vi permetteranno di approfondire i dettagli della storia di questo luogo e che sapranno accompagnarvi nella scoperta dei panorami più suggestivi del lago visti da una prospettiva assolutamente unica.
Un vero e proprio cataclisma sconvolse il golfo di Manerba e persino le montagne limitrofi. Isola del Garda distaccandosi dalla penisola più vicina, assunse l'attuale fisionomia. Lo stesso avvenne all'isola di S.Biagio (vicino alla Rocca di Manerba).
Carlomanno, re d'italia e della Baviera, donò l'Isola ai monaci di San Zeno di Verona. Fino al 1180 d. C., l'Isola divenne un rifugio per briganti e contrabbandieri durante un'epoca segnata da numerosi conflitti tra le popolazioni locali. Nel 1180 l'imperatore Federico I di Svevia la donò al nobile Biemino di Manerba.
Biemino di Manerba, proprietario dell'Isola e ammiratore di San Francesco d'Assisi, donò l'Isola al santo nel marzo del 1221, con la speranza che potesse divenire un punto di riferimento per i membri dell'Ordine Francescano presenti nella zona. Il santo apprezzò la pace di questo rifugio e fondò un semplice eremo nelle grotte naturali affacciate a nord.
Fuggito da Firenze, Dante Alighieri risiedeva a Verona in questo periodo. Non si può affermare con certezza che sia stato presente sull'Isola, ma possiamo affermare che ne fosse a conoscenza in quanto dedicò versi 67 - 69 del XX Canto dell'Inferno, all'Isola con queste parole: 'loco è nel mezzo, là dove 'l trentino pastore e quel di Brescia e 'l veronese segnar porà¬a s'e' fesse quel cammino' Le parole di Dante indicano un luogo nel mezzo del Lago di Garda in cui i vescovi di Trento, di Brescia e di Verona potevano celebrare la messa.
San Bernardino da Siena decise di costruire un convento sull'Isola, dopo aver trascorso del tempo nell'eremo di San Francesco. Le grotte di San Francesco furono lasciate invariate, e il monastero venne aggiunto insieme a tre chiese. Con la costruzione del monastero, ebbe l'inizio un periodo importante dell'Isola per quanto riguarda la vita ecclesiastica.
Padre Francesco Lechi, detto 'Lichetus', fondò il collegio di S.Maria di Gesù sull'Isola, dove una trentina di discepoli seguivano le lezioni sul pensiero di Giovanni Duns Scoto. Lo stesso anno chiamò da Venezia il tipografo Paganino dei Paganini, che portò con sé la propria attrezzatura per avviare una stamperia sull'isola. Ebbe come studente proveniente dall'Olanda il giovane Papa Adriano VI. La morte di Lichetus nel 1520 segno' l'inizio del declino del monastero.
In seguito alla Campagna d'Italia di Napoleone Bonaparte, venne fondata la Repubblica Cisalpina, il convento, ormai fatiscente, venne espropriato a favore del Demanio. Dopo pochi anni la proprietà passò nelle mani di vari proprietari locali che non ebbero il tempo tra un passaggio e l'altro di occuparsene.
Pochi anni dopo la sconfitta di Napoleone e la fondazione del Regno Lombardo-Veneto sotto l'Impero Austriaco, l'Isola fu acquisita dal nobile Conte Luigi Lechi di Brescia. Costui iniziò importanti opere di recupero dell'edificio, e con l'aiuto del noto architetto Rodolfo Vantini, nel 1830 diede inizio alla costruzione della Darsena e della torretta al porto.
Luigi Lechi cedette l'isola al fratello, Teodoro Lechi, ex generale Napoleonico, il quale restaurò ulteriormente la villa. Durante la permanenza della famiglia Lechi, l'Isola divenne un punto di ritrovo per artisti e poeti, e anche per riunioni clandestine dei Carbonari (di cui facevano parte i fratelli Lechi).
L'Isola venne espropriata dalla famiglia Lechi, a causa della sua posizione strategica per le guerre d'indipendenze italiane; le regioni del Veneto e del Trentino erano ancora sotto l'Impero Austriaco. Dopo la Terza Guerra d'indipendenza nel 1866, l'Austria fu costretta a cedere i terreni del Veneto, e dunque l'Isola perse la sua importanza strategica.
Il Duca Genovese, Gaetano de Ferrari, acquistò l'Isola, ed insieme alla moglie russa, Maria Annenkova, cominciarono i progetti ed i lavori per il parco naturale e la villa in stile neogotico veneziano. Il primo progetto fu il parco naturale: vennero creati i muri di contenimento intorno alla zona sud dell'Isola, allora composta quasi interamente da roccia calcare, e venne riportata una enorme quantità di terra fertile dalla penisola più vicina. L'Arciduchessa Maria Annenkova , era stata adottata da adolescente dallo Zar Nicola I di Russia, e fu proprio lei ad innamorarsi della tranquillità e bellezza dell'Isola; con l'aiuto dell'architetto-paesaggista Luigi Rovelli, conosciuto soprattutto per le sue opere in Liguria in stile ecclettico, fece erigere l'attuale palazzo in stile neogotico veneziano realizzato tra il 1890 e il 1903. Gaetano del Ferrari e Maria Annenkova ebbero una figlia, Anna Maria, nata nel 1874. Il Duca morଠnel 1893, dieci anni prima della conclusione dei lavori, quindi non vide mai l'opera completata.
Due anni dopo la morte del Duca, la figlia Anna Maria sposò Scipione Borghese, Principe di Sulmona, del ramo dell'illustre famiglia di Papa Paolo V e di Cardinale Scipione Borghese, che nel 17° secolo fece costruire Villa Borghese a Roma. Anna Maria era cresciuta sull'Isola e la amava immensamente. Popolò l'Isola di piante esotiche, provenienti dai numerosi viaggi intrapresi con il marito, e l'Isola divenne conosciuta come 'la Perla del Lago'. Lavorò come infermiera per la Croce Rossa a Salò durante la Prima Guerra Mondiale e nel periodo dell'influenza spagnola. Nel 1917 adottò e ospitò all'Isola diciotto giovani rifugiati Armeni che fuggivano dalla persecuzione dell'Impero Ottomano. Fu inoltre benefattrice del Comune di San Felice, a cui lasciò in eredità l'edificio della scuola materna di Portese. Il 24 novembre del 1924, Anna Maria scomparve nei gorghi del lago e non venne mai ritrovata. Ecco una frase dal testamento lasciato al marito e alle figlie: 'Amate, amate, amate l'isola che ho amato tanto e tornateci spesso, questo è il mio grande desiderio... '
Scipione Borghese era conosciuto per il suo spirito pioniere ed avventuroso. Ciò che lo rese famoso fu il Raid Pechino-Parigi che vinse nel 1907(a bordo aveva con sé il giornalista Luigi Barzini e il meccanico Ettore Guizzardi). Questo incredibile viaggio, compiuto con una automobile di nome Itala 35/45 HP (oggi ancora esistente nel museo dell'automobile a Torino), percorse 16,000 km di terreni ardui e difficili. Arrivarono a Parigi dopo 60 giorni, il 10 agosto 1907. La coppia Borghese ebbe due figlie: Gaetana 'Santa' Borghese (1897) e Livia Borghese (1901).
Dopo la morte della Principessa Anna Maria, l'Isola passò alla figlia più giovane, Livia Borghese, che sposò Conte Alessandro Cavazza di Bologna, la cui famiglia divenne nota a Bologna per aver fondato l'Istituto dei Ciechi, l'Istituto Primodଠper gli orfani poveri e l'Aemilia Ars, una scuola di ricamo di fama internazionale. Insieme si stabilirono a Bologna e lଠnacquero i primi due figli: Novello (1922-2015) e Paolo Emilio (1925-2009), il terzogenito, Camillo (Roma,1935–Isola del Garda,1981), nacque a Roma, dove Livia si era trasferita in un secondo tempo. Durante la Seconda Guerra Mondiale, l'Isola fu requisita due volte; nel 1943, poco dopo la fondazione della Repubblica Sociale Italiana, dal nipote di Benito Mussolini, Vito Mussolini; nel 1945 per un breve periodo dalla V armata americana, sotto il generale Texano, Lucian Truscott. Come sua madre, Livia amava profondamente l'Isola, e soprattutto negli anni del dopoguerra diventò il suo rifugio preferito e vi passò tanto tempo con il figlio più giovane, Camillo.
Livia Borghese si spense e lasciò l'isola al figlio Camillo, che si trasferଠlଠdefinitivamente fin dal 1965, con la moglie, Lady Charlotte Chetwynd-Talbot. Lady Charlotte, figlia maggiore del Conte di Shrewsbury e Waterford, John Chetwynd Talbot XXI, crebbe a Ingestre Hall (la tenuta di famiglia nella contea di Stafford in Gran Bretagna) con i suoi cinque fratelli e sorelle. Negli ultimi vent'anni ha ricreato sull'isola un angolo della sua terra d'origine, dando vita a una notevole collezione di fiori variopinti che contornano con le loro sgargianti tonalità le siepi preesistenti, in modo da animare il giardino all'inglese impregnato della sua passione e della sua vitalità . Camillo concentrò i propri interessi sulle attività che sorgevano nelle vicinanze dell'isola, dando impulso allo sviluppo dell'azienda agricola di San Felice del Benaco e, soprattutto, realizzando importanti progetti in ambito turistico, per mettere a frutto l'incremento della rinomanza del lago di Garda. Laureato in ingegneria Forestale contribuଠall'abbellimento del parco dell'Isola.
Camillo si spense prematuramente nel gennaio del 1981, lasciando la moglie e i sette figli con queste toccanti parole: 'posso guardare in pace il ghiacciaio che scende verso il mare, chiedere se ho fatto il mio dovere e ringraziare per quello che ho avuto e per le forze che mi sono state date.' La gestione delle attività turistiche e agricole, nonché dell'isola stessa, sono ancora oggi nelle mani della moglie Charlotte e dei sette figli Sigmar, Livia, Eric, Ilona, Alberta, Christian e Lars.
Si aprono le porte dei giardini dell'isola ai visitatori per sovvenzionare progetti di restauro conservativo della villa e mantenimento delle aree verdi.
Si organizzano oltre alle visite guidate, cerimonie, ricevimenti ed eventi aziendali, concerti.
Da vent'anni, sotto la guida di Alberta Cavazza e un team affiatato, migliaia di persone vengono a scoprire la magia che l'isola può rivelare: un luogo dove batte forte il cuore della natura e l'anima della storia.
Via Fornella 1
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